IL PRESIDENTE LOMBARDO DOMANI A ROMA DALLA COMMISSIONE NAZIONALE ANTIMAFIA
Sarà ascoltato domani, dalla commissione nazionale Antimafia a Roma, il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo. L’audizione era prevista da molti giorni. E’ stata richiesta di fatto dal governatore siciliano, anche se la decisione è venuta formalmente da Roma. A Palazzo d’Orleans, nelle ore che hanno preceduto l’evento, si è respirato il clima delle vigilie importanti. Clima sobrio, sprovvisto di tensioni, ma intenso. Un’ordinaria amministrazione ben curata nei dettagli. Fonti vicine al presidente della Regione attribuiscono, tuttavia, all’audizione un particolare rilievo perché costituisce una tappa centrale delle iniziative intraprese da Lombardo nel settore dei rifiuti e dell’ecomafia. Lombardo sarà invitato a spiegare, con maggiori dettagli, le sue denunce sulle infiltrazioni mafiose in Sicilia e a fornire elementi utili alla commissione sulla presenza delle cosche nel settore della raccolta dei rifiuti, dai servizi logistici agli appalti, i subappalti, le discariche, le municipalizzate, la gestione degli enti (Ato), l’acquisto di impianti di incenerimento o termovalorizzatori. Su questi argomenti il governatore ha già rilasciato dichiarazioni giornalistiche ed è intervenuto, facendo anche alcuni nomi, in aula a Palazzo dei Normanni, parlando all’assemblea dei deputati regionali. Il governo della Regione, inoltre, ha consegnato una documentazione sul sistema dei rifiuti e le infiltrazioni mafiose alla magistratura inquirente. Presso la Procura della Repubblica di Palermo sono stati depositati dei dossier preparati dal governo; lo stesso presidente Lombardo e l’assessore all’Energia, Pier Carmelo Russo, sono stati ascoltati dai magistrati, ma sulle deposizioni dei membri del governo regionale non è stata data alcuna notizia ufficiale. Lombardo è stato ascoltato anche dalla Procura di Catania, su sua richiesta. Una deposizione volontaria, durante la quale gli inquirenti non hanno potuto fare domande specifiche. È stato Lombardo a riferire quanto era di sua conoscenza, senza ricevere contestazioni di sorta, trattandosi di una testimonianza spontanea da parte di persona a conoscenza dei fatti, nonostante – com’è noto – la Procura etnea stia svolgendo indagini su presunte frequentazioni di boss da parte dello stesso Lombardo. Il governatore si trova in una singolare, inconsueta posizione: ha promosso una indagine e ed è destinatario di una indagine. Presunto “attore” dell’inchiesta, presunto indagato. Le Procure, sia a Catania che a Palermo, non hanno concluso il loro lavoro e non hanno emesso alcun provvedimento. Nei giorni scorsi, inoltre, è stata ventilata l’ipotesi di commissariamento dei comuni inadempienti nel settore della raccolta dei rifiuti. Molteplici iniziative, dunque, che trovano nell’appuntamento romano una specie di corollario. Non è possibile anticipare i contenuti della deposizione di Lombardo in commissione Antimafia, ma è possibile prevedere che il governatore rimanga nel solco delle dichiarazioni fin qui rese, che hanno provocato reazioni assai aspre nel Pdl siciliano, perché le contiguità denunciate individuerebbero il coinvolgimento di dirigenti di quel partito in Sicilia. Le tensioni suscitate dall’intervento reso in aula dal governatore un mese fa circa si sono stemperate con il passare dei giorni grazie alla tornata elettorale delle amministrative. La sede dell’audizione, la commissione nazionale Antimafia, obbligherà il presidente della Regione siciliana ad andare al di là delle mere enunciazioni di principio ed a spiegare con l’ausilio di indizi la tesi di un forte inquinamento mafioso nel settore dei rifiuti nell’Isola.