LE MANI DELLA MAFIA SUI TERMOVALORIZZATORI
La guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Palermo che ha aperto un’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nell’affare dei termovalorizzatori in Sicilia, sta eseguendo perquisizioni nelle sedi di tutte le associazioni temporanee di impresa, delle società consortili e delle agenzie pubbliche interessate alla costruzione degli inceneritori. Le perquisizioni sono in corso a Milano, Roma, Palermo, Cagliari, Caltanissetta, Enna e Agrigento. Gli inquirenti avrebbero già riscontrato alcune anomalie nell’ambito degli ingenti flussi finanziari attorno all’operazione dei termovalorizzatori e adesso stanno indagando per verificare non solo l’esistenza di infiltrazioni della mafia ma anche di eventuali episodi di corruzione e altre irregolarità. L’avviso di gara per la realizzazione dei termovalorizzatori venne pubblicato nel 2002 dall’allora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti della Regione siciliana. Le gare furono aggiudicate a quattro associazioni temporanee di impresa, costituite da varie società di tutta Italia interessate alla costruzione dei termovalorizzatori anche alla discarica di Bellolampo.