BORGETTO. PARENTOPOLI: CHIESTE CONDANNE PER EX SINDACO E ALTRI 5
Chieste pene per 2 anni e 8 mesi di reclusione per i sei imputati al processo su presunte Parentopoli al Comune di Borgetto, nel dicembre del 2007. L’indagine fu condotta dai carabinieri. Il pm Laura Vaccaro ha avanzato le richieste di condanne per l’ex sindaco Antonino Bonomo, il suo vice all’epoca dei fatti, Maria Rita Randazzo, per il padre della donna, Saverio, dirigente comunale e ancora, per Vita D’Arrigo, nominata come capo area e madre dell’allora assessore alle Attività sociali (che però in sede di udienza preliminare era stata prosciolta), Angela Musso, nipote dell’ex primo cittadino, scelta come capoarea nel 2007 ed Eleonora Rappa, moglie di un revisore dei conti, Saverio Di Trapani (anch’egli prosciolto dal Gup). Secondo il pubblico ministero, i sei, avrebbero promosso parenti e amici consentendo loro di fare una brillante carriera nell’amministrazione municipale e perciò sono tutti accusati di concorso in abuso d’ufficio. Nel dicembre del 2007 dunque, l’allora sindaco Antonino Bonomo, nominò alcuni capiarea seguendo –secondo gli investigatori-modalità irregolari. Per l’accusa, infatti, l’ex sindaco avrebbe scelto quattro nuovi dirigenti (revocando i loro tre predecessori) per favorire suoi parenti o familiari dei membri della giunta. Perciò, uno dei capi area revocati Filippo Maisano, si è costituito parte civile contro Bonomo al processo per “parentopoli”. Secondo la difesa dei sei imputati, le nomine sarebbero state effettuate con regolari decreti sindacali e in base a corretti criteri di valutazione, come il voto di laurea o l’esperienza maturata all’interno delle amministrazioni pubbliche, scegliendo inoltre le figure nell’ambito delle risorse umane dello stesso Comune di Borgetto. I legali degli imputanti esporranno le loro arringhe difensive nel corso dell’udienza del 30 giugno prossimo.