ATO RIFIUTI PA 1. GUASTO IL TRITURATORE, CHIUDE LA DISCARICA DI PARTINICO
Chiude per l’ennesima volta la discarica di Partinico e per l’ennesima volta a causa di un guasto al trituratore, il macchinario che pretratta i rifiuti. Lo stop al conferimento della spazzatura per i 12 paesi soci dell’Ato Palermo 1, -fanno sapere dalla servizi comunali integrati-, è però solo temporaneo, ovvero a breve il trituratore dovrebbe essere riparato. Ma la quantità di rifiuti da pretrattare è voluminosa, e quindi –si legge in una nota dell’Ato 1- i tempi di ripresa generale della discarica di contrada Baronia-Provenzano potrebbero dilatarsi ulteriormente. Intanto è di questa mattina la notizia che la Procura di Palermo ha avviato un’inchiesta sulle perdite di percolato all’interno della discarica di Partinico. Il fascicolo, al momento a carico d’ignoti, ipotizza il reato di scarico e deposito incontrollato di rifiuti speciali. Qualche giorno fa l’Arpa aveva inviato in tribunale l’esito di alcuni sopralluoghi compiuti nell’impianto di contrada Baronia Provenzano a marzo. Dalle analisi condotte sui campioni d’acqua prelevati in piu’ punti della discarica e anche all’esterno in un canale ed in alcune pozze, erano emerse tracce di inquinamento dovute allo sversamento di percolato. Ma i vertici della società d’ambito territoriale ottimale, smentiscono ancora una volta l’allarme e in una nota continuano a sottolineare che la terza vasca di conferimento gestita dalla Servizi Comunali Integrati è attiva da appena 7 mesi. Se da questi 7 mesi si detraggono i periodi, e sono diversi, -scrive l’Ato 1- in cui la discarica è rimasta chiusa per motivi burocratici o per adeguamenti, appare davvero improbabile –continua la nota- che la terza vasca di contrada Baronia Provenzano possa aver provocato gli stessi disastri ambientali che si sarebbero verificati in un altro impianto della provincia, dove vengono conferiti rifiuti da mezzo secolo, ovvero nella discarica di Bellolampo. La terza vasca di contrada Baronia Provenzano –sottolineano- è stata realizzata sotto la più recente normativa di settore. La stessa cosa non può certo dirsi per un impianto di conferimento sorto almeno cinquant’anni fa. E’ dunque inaccettabile –conclude la nota dell’Ato Rifiuti Palermo1- l’accostamento ed il pericolo evocato, perché non né sussistono le premesse.