MAFIA. “I PEZZI MANCANTI”: ON LINE LE LETTERE DI MESSINA DENARO
C’e’ un politico che Bernardo Provenzano ha ”messo a disposizione” di Matteo Messina Denaro. C’e’ un prete che continua a mandare saluti a Matteo Messina Denaro e gli scrive: «Se hai bisogno della benedizione di Gesu’ Cristo sai dove e come trovarmi». C’e’ un imprenditore che e’ pronto a intestarsi alcune quote di una societa’ per fare grandi affari in provincia di Trapani. C’e’ un ”amico”, che era devoto a Francesco Messina Denaro, e adesso e’ al servizio del figlio. C’e’ un tipografo che ha appena stampato un nuovo documento al nuovo leader carismatico di Cosa nostra, il trapanese Matteo Messina Denaro. Ci sono cinque insospettabili che da 16 anni proteggono la latitanza dell’ultimo depositario dei segreti di Toto’ Riina e Bernardo Provenzano: sono citati dallo stesso Messina Denaro nelle sue lettere, 14 quelle sequestrate nel corso degli ultimi anni. Adesso, le pagine scritte dal padrino trapanese sono pubblicate per la prima volta su Internet, sul blog www.ipezzimancanti.it curato del giornalista Salvo Palazzolo, autore del libro ”I pezzi mancanti, viaggio nei misteri della mafia”, edito da Laterza. Sette di quelle lettere furono ritrovate dalla polizia nel covo di Bernardo Provenzano, a Corleone, l’11 aprile 2006. Due furono sequestrate nel covo di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, a Giardinello, durante il blitz fatto dalla squadra mobile di Palermo il 5 novembre 2007. Cinque lettere sono state invece consegnate al Sisde, il servizio segreto civile, dall’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, pure lui in contatto epistolare col latitante, fra il 2004 e il 2005. «Leggere quelle lettere e’ importante, per capire cosa e’ diventata oggi Cosa nostra», scrive l’autore del blog. Il padrino che ha voluto le stragi di Firenze, Roma e Milano sostiene di essere investito di una ”causa”: «Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi gia’ gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta». Pero’, poi, le parole che seguono non sono proprio da Che Guevara: «In Italia da circa 15 anni c’e’ stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda». Questo scrive Messina Denaro, che adesso e’ il ricercato numero 1 di Cosa nostra.