CORLEONE. PROCESSO CONTRO CATTIVE FREQUENTAZIONI DI GIUSEPPE SALVATORE RIINA
Ha rinunciato a partecipare alla prima udienza di un procedimento giudiziario che lo riguarda, Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del boss indiscusso di Corleone Totò. Riina jr, che sta scontando nel carcere di Padova una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, avrebbe potuto presentarsi oggi a Corleone, nella sezione distaccata del tribunale di Termini Imerese presieduta da Federico Cimò, dove è imputato per aver violato gli obblighi impostigli dalla sorveglianza speciale e per le cattive frequentazioni che lo stesso avrebbe avuto nonostante la misura restrittiva che gli era stata notificata nel breve perido della sua scarcerazione avvenuta nel febbraio del 2008 per scadenza dei termini. Riina jr tornò in carcere il 9 gennaio dello scorso anno ed attualmente è detenuto nella casa circondariale di Padova per scontare gli ultimi mesi di condanna. Il procedimento penale in corso a Corleone, potrebbe quindi allungare di qualche mese la sua pena. All’epoca, a denunciare i reati commessi da Giuseppe Salvatore Riina fu il locale commissariato della polizia di stato. Questa mattina, infatti, sono diversi gli agenti che sono stati convocati come teste nel processo a suo carico, sentiti dal Pubblico Ministero Vincenzo Cefalo, che ha sostituito il Pm titolare Antonella Palomara che in un primo momento ha sollevato l’impossibilità a procedere ai lavori d’aula perchè sprovvista dell’apposito fascicolo giudiziario. L’udienza, dopo l’ascolto dei teste dell’accusa, è stata rinviata al prossimo 26 ottobre. Il difensore di Riina, l’avvocato Antonio Di Lorenzo, in sostituzione dei titolari Cianferoni e Malagò, ha chiesto ed ottenuto il rinvio, atto a dimostrare, con la convocazione di nuovi teste, che i pregiudicati che l’assistito avrebbe frequentato abbiano alle spalle solo reati comuni e non associativi.