MAFIA. NUOVA CONDANNA PER I FRATELLI BRUSCA

La prima sezione della Corte D’Appello di Palermo, ha confermato le condanne inflitte già col rito abbreviato, per i fratelli Giovanni ed Enzo Brusca, boss mafiosi di San Giuseppe Jato, per estorsione. Rispettivamente le pene inflitte sono di 3 anni e 6 mesi e 3 anni 4 mesi. I due rampolli di una delle famiglie più mafiose della valle dello jato, pretendevano il pizzo da due imprenditori Ignazio Mustacchia ed Ignazio Mirto, genero e suocere, titolari di cantieri edili tra San Cipirello e Giacalone. La richiesta estorsiva era di ben 180 milioni di euro come tassa dovuta a cosa nostra, e per farseli consegnare i fratelli Brusca tra il 1987 e il 1994, minacciarono, rubarono, danneggiarono mezzi ed addirittura percorsero la via del fuoco, facendo saltare letteralmente per aria l’ingresso della casa ad uno dei due imprenditori. Mustacchia e Mirto, non hanno mai ammesso di aver pagato il pizzo ma hanno denunciato danneggiamenti per centinaia di migliaia di euro. Secondo l’accusa, Mirto, dopo essere stato minacciato di morte, versò 150 milioni di euro a Giovanni Simonetti, emissario di Brusca, che ha fatto solo parziali ammissioni. Successivamente, Mustacchia (accusato nel 2002 e poi assolto dall’accusa di mafia e di estorsione) pagò gli altri 30 milioni. I due imprenditori, comunque al processo contro i fratelli Brusca, si sono costituiti parte civile. A loro già due anni fa, è stata riconosciuta una provvisionale di 90 mila euro.

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