BELLOLAMPO. BLITZ DEI CC DEL NOE CONTRO IL PERCOLATO

Blitz dei carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico) e della Procura antimafia, ieri mattina, contro l’incubo percolato a Bellolampo. Ne da notizia siciliainformazioni, agenzia stampa on line, in una articolo a firma di Ignazio Panzica. Nella discarica più grande della Sicilia, a gestione pubblica dell’Amia, si è presentato un plotone di 40 carabinieri, accompagnato da un gruppo di tecnici e sottoufficiali esperti in accertamenti per delitti contro l’ambiente. Sul posto, a coordinare le operazioni, il capitano Tarallo ed i sostituti procuratori Roberta Buzzolani e Geri Ferrara. E’ la seconda volta che la Procura di Palermo organizza un blitz a Bellolampo, a tutela della salute dell’intera città. Era già successo nell’Aprile del 2005, quando si intervenne per stoppare il progredire di un altro vero e proprio disastro ambientale annunciato, dagli esiti imprevedibili. Allora scattarono prima una gragnuola di denuncie a dirigenti e dipendenti dell’Amia, anche sulla base di incredibili intercettazioni telefoniche, per omissioni e complicità nell’aver consentito il deteriorarsi della situazione. Procedimenti giudiziari purtroppo ancora non definiti. Dell’odierno, gravissimo allarme percolato, si erano fatti carico di informare l’opinione pubblica gli ecologisti di “Rete rifiuti-zero”. Il blitz a Bellolampo si è concluso nel primo pomeriggio di ieri, dopo ben oltre sei ore di lavoro, durante il quale si sono svolte le rilevazioni degli esperti della Procura e dei militari dell’Arma. Le ipotesi di reato in via di contestazione da parte dell’Autorità giudiziaria dovrebbero essere – in attesa delle possibili conferme ufficiali – almeno quelle di omissione e tentato disastro ambientale. Toccherà, adesso, agli esperti della Procura riuscire a valutare l’entità effettiva del danno provocato, sull’intero territorio circostante, dal percolato fuoriuscito da Bellolampo in materia di infiltrazioni ed inquinamento delle falde acquifere, e dei relativi percorsi idrogeologici che si prolungano sino alla zona costiera, all’altezza di Isola delle Femmine, con possibili prolungamenti sino a Montelepre e Partinico. Insomma,adesso non rimane che attendere quale iniziative assumeranno i magistrati e la protezione civile.

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