PROCESSO GOTHA. INFLITTI 500 ANNI DI CARCERE
Pene per circa 500 anni sono state inflitte nella tarda serata di ieri dai giudici della quarta sezione d’Appello di Palermo a 41 dei 42 imputati del processo ‘Gotha’, accusati di essere vicini a Cosa nostra. Un solo imputato e’ stato assolto. La sentenza e’ stata emessa dopo quasi 12 ore di camera di consiglio, nel palazzo di giustizia di Palermo. Il collegio presieduto da Rosario Luzio ha utilizzato per molti imputati il meccanismo della continuazione con precedenti sentenze, in questo modo per venti la pena e’ stata aumentata perche’ rideterminata in collegamento ad altre condanne riportate in processi diversi. L’unico assolto e’ Nicolo’ Milano, che in primo grado era stato condannato a 7 anni. Il boss mafioso Nino Rotolo, con la continuazione, ha avuto 9 anni in piu’ e in totale dovra’ scontare 29 anni per mafia ed una serie di estorsioni. Ventitre anni per un altro boss, Franco Bonura, altro membro della ‘triade’. Ventisette anni e’ la pena rideterminata per l’altro boss di Brancaccio, Giuseppe Savoca, venti per Pierino Di Napoli, che in primo grado aveva avuto 15 anni. Condannati anche Gerlando Alberti senior (8 anni, 5 mesi e 20 giorni) e Filippo Annatelli, 8 anni. I due erano stati assolti in primo grado dal Gup Piergiorgio Morosini. Pena ridotta da 15 a 12 anni per il boss Gianni Nicchi, arrestato il 5 dicembre scorso dalla Squadra mobile di Palermo. Tra i 4 e i 17 anni le altre condanne. La Corte d’Appello ha cosi’ accolto quasi in pieno le richieste del procuratore generale Ettore Costanzo. Inoltre i giudici hanno confermato le confische da 50 milioni di euro del patrimonio del boss Nino Rotolo. Rimangono in piedi pure i risarcimenti alle parti civili. Tra quest’ultime però non ci sono né i 14 negozianti cinesi sottoposti ad estorsione che avevano rinunciato, né i titolari del mangimificio Romeo; infatti Nicolò Romeo –ucciso lunedì pomeriggio a colpi di lupara nelle campagne tra Corleone e Monreale- non si era costituito parte civile né in primo grado né in appello e adesso ai suoi familiari non andrà nemmeno un centesimo. Nel 2005 l’estorsione al mangimificio Romeo fu al centro di una lunga querelle tra Nino Rotolo e Bernerdo Provenzano.Verranno risarciti invece gli enti e le associazioni antiracket: la Provincia Regionale di Palermo, la Confcommercio, Addiopizzo, la Federazione Antiracket, Confindustria provinciale e Sos Impresa. C’erano anche la società Marina di Villa Igea e il titolare, Gioacchino Guccione, che verranno risarciti dagli imputati riconosciuti autori delle estorsioni nei loro confronti: Francesco Bonura, Vincenzo Di Maio e Antonio Pipitone. I risarcimenti dovranno essere valutati in sede civile, ma la Corte ha disposto provvisionali immediatamente esecutive da 10 mila euro ciascuno.