MAFIA. BAGARELLA SCEGLIE IL RITO ABBREVIATO, RIINA NO

Si divide la strada processuale di Totò Riina e del cognato Leoluca Bagarella imputati a Milano, assieme ad altri 20 appartenenti a Cosa Nostra, con l’accusa, a vario titolo, di 6 omicidi compiuti nel capoluogo lombardo tra il giugno del 1987 e il maggio del 1992. Mentre quasi tutti gli imputati, tra cui Bagarella e Giovanni Brusca, hanno scelto infatti di essere giudicati con rito abbreviato, il ‘capo dei capi’ della mafia siciliana ha deciso di proseguire con l’udienza preliminare. Riina, in particolare, secondo quanto ricostruito dalle indagini del pm della Dda di Milano Marcello Musso iniziate nel 2006, sarebbe stato il mandante dell’omicidio di Gaetano Carollo, avvenuto nel giugno ‘87 a Liscate (Milano). L’omicidio di Carollo, vicecapo di un mandamento di Palermo e trasferitosi a Milano, e quello di altri 5 mafiosi, tra cui Alfio Trovato, sarebbero stati decisi, secondo l’accusa, dai vertici di Cosa Nostra per eliminare gli elementi non più affidabili delle propaggini mafiose stanziate in Lombardia. Oggi nell’udienza preliminare, davanti al gup Giovanna Verga, che si è tenuta a porte chiuse nell’aula bunker di piazza Filangieri, a Milano, 19 imputati, tra cui anche Piddu Madonia, hanno chiesto l’abbreviato. Cosa che non hanno fatto Riina, difeso dall’avvocato Riccardo Donzelli, e altri due imputati. Per questi ultimi l’udienza preliminare proseguirà il 22 gennaio, mentre il processo con rito abbreviato comincerà il 25 febbario. Nei mesi scorsi il gip di Milano aveva respinto un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Riina e degli altri imputati, chiesta dall’accusa per gli omicidi.

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