MAFIA. ALTRE RIVELAZIONI DI VITO CIANCIMINO
Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, era convinto che dietro alle stragi del 1992 ci fosse un’entità diversa da Cosa nostra. E’ una delle rivelazioni del figlio Massimo contenuta in uno dei verbali di interrogatorio depositati agli atti del processo al generale dell’Arma Mario Mori, accusato di favoreggiamento aggravato.
“Suo padre – gli chiede il pm – era convinto che dietro le stragi ci fosse qualcosa che andava al di là di Cosa nostra oppure no, per quello che le disse personalmente?”. “Sì, al di là di Cosa nostra sicuramente – risponde Ciancimino -. Lui parlava ovviamente di uomini legati alle istituzioni, ma non so se si riferiva al signor Franco (un agente dei servizi con cui l’ex sindaco aveva rapporti) ma secondo mio padre era ancora qualcosa più alto”. Ciancimino junior racconta anche che suo padre e l’esattore di Salemi Nino Salvo si incontravano durante la loro detenzione a Rebibbia sotto le docce. Incontri “anomali”, visto che entrambi erano in isolamento, possibili grazie all’intervento di un agente dei Servizi segreti. “Lui – racconta Massimo Ciancimino riferendosi al padre – ha sempre detto e anche saputo che il tutto era avvenuto tramite l’intervento o diretto o di amicizie del signor Franco. Di fatto era avvenuto che durante le docce Nino Salvo, detenuto a Rebibbia, e mio padre, detenuto a Rebibbia, in seguito a un mandato di cattura del dottor Falcone, i due erano lasciati a parlare per 5-10 minuti. Si parlò dell’omicidio Dalla Chiesa e di un po’ di tutto”. Massimo Ciancimino –sentito ieri dai pm- ha raccontato anche di un pizzino di condoglianze recapitatogli dall’uomo dei servizi segreti al funerale del padre Vito, al cimitero dei Cappuccini. Quel pizzino era di Bernardo Provenzano. Massimo lo lesse e subito dopo lo strappò. Nel biglietto –afferma Ciancimino- Provenzano “mi diceva che dovevo essere forte, che dovevo prendere esempio da un grande uomo…”. Oggi, è previsto un nuovo interrogatorio del super test da parte della direzione Nazionale Antimafia. Ciancimino dovrà fornire alcune precisazioni su temi d’indagine già affrontati negli scorsi interrogatori, come ad esempio le deposizioni a carico del senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, che potrebbero essere trasmessi alla procura generale e inseriti agli atti del processo. Intanto Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, intervenuto stamane al Caffè di Rainews24 ha dichiarato che Massimo Ciancimino, ha rilasciato alcune dichiarazioni che sono molto importanti e che dopo rigorose verifiche sono risultate processualmente utili.