LO SGOMENTO DI CARINI PER IL RAPIMENTO DI CICALA. FORSE C’E’ LA MANO DI AL QAEDA
La notizia del rapimento di Sergio Cicala ha lasciato sgomenta Carini, la cittadina a venti chilometri da Palermo dove l’uomo è nato e vive nei periodi dell’anno in cui non è in Africa. “Siamo molto preoccupati per Sergio e per la moglie – dice il sindaco Gaetano La Fata – lo conosco da tanti anni”. Cicala è partito a fine novembre per l’Africa assieme alla moglie Philomene Kabore, originaria del Burkina Faso. Dopo una sosta in Mauritania, dove sono stati rapiti, avrebbero dovuto raggiungere in macchina il Burkina Faso, per andare a trovare i parenti della donna.
L’ultimo contatto telefonico di Cicala con la figlia Alexia, 30 anni, nata da un precedente matrimonio, risale a venerdì sera. La ragazza, operatrice in un centro richiedenti asilo a Mazara del Vallo, aveva saputo dal padre che sarebbe partito per l’ultima tappa del viaggio. Quando Alexia ha appreso dalla tv che una coppia era stata rapita, ha subito sospettato che potesse trattarsi dei suoi familiari. Si è messa in contatto con l’unità di crisi della Farnesina, che nella serata di ieri le ha dato conferma. La ragazza ha fatto un appello al ministro degli Esteri Franco Frattini, affinché avvii urgentemente i contatti con i sequestratori e per avere notizie sulle condizioni di salute della coppia.
Cicala, 65 anni, è un pensionato della Regione siciliana: lavorava per l’Ente minerario. Vive con la moglie, 39 anni, sposata nel 2003 in seconde nozze, in una villetta di contrada Giummari e nutre una grande passione per i viaggi, soprattutto in Africa. Il 3 gennaio del 1994, la jeep sulla quale viaggiava tra Ciad e Niger insieme con altri turisti, saltò in aria per lo scoppio di una mina. In quell’incidente morì la sua compagna di allora, una donna finlandese, Kati Katrin Ilitalo. Lo stesso Cicala rimase ferito.
Da quell’incidente scaturì un lungo contenzioso giudiziario perché secondo i partecipanti al viaggio il tour operator non avrebbe gestito bene gli itinerari da percorrere portando i mezzi in zone anche minate. Il sindaco, che conosce Cicala da molti anni, lo aveva incontrato la scorsa estate in paese: “Ormai – racconta – stava poco in Sicilia. Da quando aveva sposato Philomene passava lunghi periodi in Africa e se tornava in paese era per incontrate i familiari”.
Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, intanto, si tiene in stretto contatto con l’unità di crisi della Farnesina. “La Regione – ha detto il governatore – farà la sua parte per favorire la positiva soluzione della vicenda attraverso i canali istituzionali e diplomatici”.
(Repubblica Palermo)