L’ASSOCIAZIONE LIBERA PROMUOVE UNA PETIZIONE CONTRO LA VENDITA DEI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA
“Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono Cosa Nostra”. E’ questo lo slogan della campagna lanciata dall’associazione Libera per bloccare, attraverso una petizione popolare, un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, che prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono un’altra petizione, che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all’unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Oggi quell ‘impegno – afferma il presidente di Libera Don Luigi Ciotti – rischia di essere tradito.
“La vendita di quei beni -continua Ciotti – significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni .”
Questa mattina alla Bottega della Legalità di via dei Prefetti nel cuore di Roma, inizia ufficialmente la settimana di mobilitazione dell’associazione Libera, che dal 1995 lotta contro la criminalità organizzata con il fine di promuovere legalità e giustizia.
Tra le manifestazioni organizzate un’asta simbolica per sensibilizzare l’attenzione sull’emendamento alla Finanziaria votato la settimana scorsa al Senato. Don Ciotti e Franco La Torre (figlio di Pio La Torre) metteranno in vendita simbolicamente il primo lotto di 3.213 beni immobili “a rischio” vendita se il testo fosse approvato anche alla Camera.