RACCUGLIA ERA IL N°2 DI COSA NOSTRA
L’arresto del superlatitante Domenico Raccuglia, avvenuto nel pomeriggio nel Trapanese, “è uno dei colpi più duri inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni perché era di fatto il numero due di Cosa Nostra”. Con queste parole il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, per l’operazione eseguita dalla squadra mobile di Palermo che ha portato all’arresto del boss ricercato da quindici anni, già condannato a diversi ergastoli e inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi.
“Si tratta di un arresto di straordinaria importanza, abbiamo preso uno dei capi assoluti di Cosa nostra ancora in circolazione in un momento di ascesa all’interno delle gerarchie mafiose” ha detto ad Apcom il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto di Raccuglia. “E’ stata una indagine molto difficile perché Raccuglia si è dimostrato attento e accorto nella gestione della sua latitanza e lo dimostra il fatto che l’arresto è avvenuto fuori dalla sua zona in una zona più tranquilla”. Ora all’interno di Cosa nostra “si crea un ulteriore vuoto dove i latitanti di spicco sono sempre meno” ha aggiunto Ingroia. “Adesso assumono maggiore importanza Nicchi a Palermo e Messina Denaro a Trapani. Raccuglia era l’uomo cuscinetto che controllava i territori fra Palermo città e la provincia di Trapani”.
“Ho fatto le mie congratulazioni al ministro Maroni, al questore di Palermo e ai ragazzi della sezione catturandi della mobile. La cattura di Raccuglia è un successo investigativo importantissimo” ha commentato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. “Quando ho sentito il questore – ha raccontato – era insieme ad alcuni degli agenti della sezione catturandi, ragazzi che conosco bene e con cui ho lavorato quando ero procuratore a Palermo. Ho potuto complimentarmi anche con loro”. “Raccuglia – ha spiegato Grasso – è considerato il numero due, per peso criminale, nella lista dei ricercati di Cosa nostra dopo Matteo Messina Denaro. In questi anni ha esteso il suo dominio da Altofonte fino al confine con la provincia di Trapani, come conferma il fatto che si nascondeva proprio nel trapanese”.
“L’arresto del pluriergastolano Domenico Raccuglia conferma dell’intensificazione della lotta alle mafie” ha dichiarato il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. “L’operazione odierna sottolinea la linea di fermezza che lo Stato ha assunto e continuerà ad assumere”, ha aggiunto Mantovano, e si tratta “dell’ennesima importante conferma della efficacia degli sforzi quotidiani che gli appartenenti alle forze di polizia pongono in essere per il ripristino della legalità in aree caratterizzate da storiche e agguerrite presenze criminali”. “Esprimo gratitudine e compiacimento al Capo della Polizia, prefetto Manganelli – ha concluso Mantovano- e a tutti coloro che hanno permesso l’arresto di Raccuglia”.