CATTURA RACCUGLIA. NUOVE IPOTESI SU SPARTIZIONI TERRITORIALI DI MAFIA

L’arresto di Domenico Raccuglia a Calatafimi, territorio del latitante numero uno di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro, darà certamente il via a nuove ipotesi investigative sulle spartizioni territoriali della mafia. Ricercatissimo da polizia e carabinieri che seguivano anche i suoi familiari (un fratello, Salvatore, è stato condannato per mafia) Raccuglia è riuscito a sfuggire alla cattura nonostante, ad esempio, i magistrati sapessero che da oltre dieci anni, agli inizi di giugno, in genere tre giorni dopo la chiusura delle scuole, la moglie partisse da Altofonte per andare a trascorrere le vacanze estive col marito latitante.

Nonostante i servizi di osservazione potenziati la donna è riuscita sempre a sfuggire agli investigatori: tornava nel suo paese a settembre, poco prima che i figli, una ragazza e un bambino, tornassero a scuola.

Poco più di un mese fa il pm della Dda Francesco Del Bene ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di Raccuglia che sarebbe, secondo gli inquirenti, il mandante dell’uccisione del mafioso di Altofonte Pietro Romeo, eliminato col metodo della lupara bianca il 13 marzo ’97. Le accuse e i processi per il mafioso arrestato oggi pomeriggio non sono quindi terminati.

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