TERRASINI. I DISSERVIZI DELL’UFFICIO TECNICO IN UNA LETTERA AGLI AMMINISTRATORI E CARABINIERI
L’ufficio tecnico di Terrasini come il tristemente noto porto delle nebbie. Si sa quando entrano le pratiche ma non si sa quando escono. La denuncia del disservizio arriva con una lettera firmata da un geometra del luogo, Benedetto Salomone, che la indirizza al Sindaco, al Presidente del Consiglio, al capo dell’Ufficio Tecnico e ai Carabinieri. Il riferimento è ad una pratica che riguarda l’autorizzazione dell’abbattimento delle barriere architettoniche per un disabile, titolare di una regolare concessione edilizia in via Carlo Alberto dalla Chiesa. Circa quattro mesi sono trascorsi da quando l’utente ha richiesto l’autorizzazione per la realizzazione, di un piccolo scivolo sul marciapiede che gli consenta l’accesso ad una nascente attività commerciale. I tempi biblici per il rilascio delle autorizzazioni riguardano ogni genere di pratiche. Dal passaggio carrabile, all’occupazione degli spazi pubblici per i ponteggi edilizi, alle concessioni edilizie. Il giorno per il ricevimento degli utenti è il giovedì. La mattina per i tecnici, il pomeriggio per il pubblico. Poco per la gran mole di lavoro che si accumula, così come inevitabilmente si finisce con il tentare di aggirare i ritardi con diversi sistemi. C’è chi procede da solo e dopo aver protocollato la pratica, se la fa affidare dall’ufficio per portarla all’Asl di Carini per i necessari pareri igienico sanitari. Poi va a riprenderla per riconsegnarla all’ufficio tecnico di Terrasini per i nullaosta. La legge 380/2001, il T.U sulle norme edilizie, affida direttamente al tecnico titolare della pratica, la responsabilità della denuncia di inizio attività, la cosiddetta, in gergo, super DIA, che consente agli utenti di procedere velocemente e di abbattere i tempi burocratici e al comune di esercitare con calma il potere di controllo sulla correttezza delle procedure adottate. Alcuni comuni limitrofi hanno già adottato il “nuovo” sistema, a Terrasini non ancora.
“Voglio portare fuori da quelle stanze i disservizi burocratici – scrive il geometra Salomone – Sono stanco di chiedere a che punto si trova una pratica e implorare una firma.”.