MAFIA. LATITANTI ARRESTATI, LATITANTI IN LIBERTA’, GLI OMICIDI DEGLI ULTIMI ANNI NEL “FAR WEST” TRA BORGETTO E PARTINICO
Dal 2008 i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato 9 latitanti per reati di mafia. Tra questi nelle rete dei militari sono finiti Giovan Battista Badalamenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Calogero la Colla, ucciso ad Alcamo nel settembre del 1981. Poi fu la volta del giovane Ferdinando – Freddy Gallina, esattore del clan Lo Piccolo arrestato a Carini dopo alcuni mesi di latitanza. Assicurato alle patrie galere anche il latitante Francesco Nania, pezzo grosso della famiglia di Partinico, ritenuto il cassiere della cosca ed espulso dagli Stati Uniti per immigrazione clandestina. Nania, è il genero di un altro storico boss di Borgetto, Francesco – Ciccio Rappa detenuto ed implicato in diversi fatti di Cosa Nostra. Sabato è toccato e a casa sua in via delle Capre a Partinico a Salvatore Bagliesi.
Inoltre negli ultimi 9 mesi, i militari, hanno assicurato alla giustizia circa 200 soggetti responsabili di reati di mafia.
Ma all’appello mancano i grandi nomi, quelli che nell’ombra continuano a fare sentire il loro potere sul nostro territorio. Ancora in libertà c’è Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano che dal trapanese sembra aver esteso il suo potere in buona parte della provincia di Palermo e poi c’è Domenico – Mimmo Raccuglia, il “veterinario” di Altofonte che nel partinicese sembra aver messo radici, eppure rigogliose. A testimonianza di ciò il blitz che nel gennaio scorso ha portato in carcere boss e picciotti del mandamento di Borgetto e Partinico. Nell’operazione Carthago, infatti figurava anche il nome di Raccuglia, legato allo schieramento capitanato dal presunto boss Nicolò Salto, arrestato in quell’operazione, scampato qualche mese prima ad agguato ed oggi agli arresti ospedalieri nella clinica Igea di Partinico. L’operazione del gennaio scorso portò alla luce retroscena agghiaccianti. Gli inquirenti ricostruirono le trame di diversi omicidi che si erano consumati nei mesi a Borgetto e a Partinico. Emerse che si uccideva per il predominio del territorio trasformato in vero e proprio far west combattuto tra due clan quello capitanato da Salvatore Corrao e Nicolò Salto e quello guidato dai Giambrone.
Sono sette le vittime della faida. Il 24 giugno 2005 veniva assassinato nelle campagne di Monreale, Mario Rappa. Dopo pochi mesi, il 3 ottobre 2005 i sicari delle cosche uccidevano Maurizio Lo Iacono a Partinico, mentre era a bordo della sua automobile. La guerra proseguiva il 19 maggio 2007 con la scomparsa per lupara bianca di Antonio Frisella. Il 13 luglio 2007 i killer uccidevano Giuseppe Lo Baido a Partinico e il 31 ottobre dello stesso anno i sicari, giunti a bordo di una motocicletta e con il volto coperto da casco integrale, facevano irruzione nell’officina di Borgetto in cui lavorava Antonino Giambrone, uccidendolo con 11 colpi, di cui 4 al volto. Il 12 febbraio 2008 venivano uccisi in un bar di Partinico i fratelli Gianpaolo e Giuseppe Riina. L’ultimo delitto il 18 ottobre 2008 con il tentato omicidio a Borgetto di Nicolò Salto, vicino al super latitante Mimmo Raccuglia.