CASTELLAMMARE DEL GOLFO. TARTARUGHE CURATE SARANNO RESTITUITE AL MARE
Sei esemplari di Tartaruga caretta caretta, martedì prossimo, saranno liberate sulla spiaggia di Guidaloca a Castellammare del Golfo, nei pressi del centro ludico sottratto alla mafia, denominato “Papirolandia”. Saranno presenti l’On.le Assessore Regionale all’Agricoltura e Foreste Michele Cimino, il Direttore Generale del Dipartimento Interventi Strutturali Rosaria Barresi, il Sindaco del Comune di Castellammare del Golfo, la Ripartizione Faunistico Venatoria e Ambientale di Trapani, il Servizio XI del Dipartimento Interventi Strutturali, la Capitaneria di Porto che supporterà e controllerà la regolarità della liberazione a mare delle tartarughe con una motovedetta, il C.I.T.E.S. Regionale, il Centro regionale di recupero delle tartarughe marine di Comiso, alcune scolaresche. Questa iniziativa riveste notevole importanza nel quadro dei programmi che l’Osservatorio Faunistico Siciliano – Servizio XI dell’Assessorato Agricoltura e Foreste promuove annualmente per la conservazione della fauna selvatica e per il miglioramento degli habitat. Le sei tartarughe marine, trovate in diverse località siciliane (Siracusa, Ragusa, Palermo e Messina) sono state consegnate al Centro regionale recupero di Comiso, gestito dall’associazione onlus Fondo Siciliano per la Natura, in quanto sofferenti per la presenza di ami nell’esofago e per occlusione intestinale provocata dall’ingestione di materiale inquinante. Dopo mesi di cure verranno finalmente liberate, previa marcatura con apposite targhette di riconoscimento che in caso di ulteriore ritrovamento forniranno informazioni sui loro spostamenti. I Centri di Recupero della Fauna Selvatica presenti in Sicilia, riconosciuti e autorizzati ad operare dall’Assessorato Agricoltura e Foreste, sono di straordinaria importanza. Grazie alla competenza e al costante impegno del personale e dei volontari delle associazioni ambientaliste, ogni anno vengono salvati numerosi animali selvatici. La finalità dei Centri di Recupero, secondo quanto previsto dalla vigente normativa in materia, è proprio quella di restituire alla natura gli animali selvatici ivi ricoverati, dopo la loro cura e riabilitazione. La Tartaruga caretta è una specie particolarmente protetta, inclusa in numerose direttive internazionali e comunitarie in quanto a rischio di estinzione; la sua progressiva rarefazione deriva dalla cattura accidentale nelle reti, dall’ingestione di strumenti da pesca e soprattutto dalla scomparsa dei siti idonei alla deposizione delle uova a causa del degrado dei litorali. Le coste della regione siciliana rappresentano aree determinanti per la conservazione dell’intera popolazione italiana di questa specie. I più importanti e conosciuti siti di nidificazione si trovano nelle isole Pelagie, a Linosa e Lampedusa, dove quest’anno sono stati monitorati quattro nidi che hanno dato esiti positivi, e lungo il litorale sabbioso della costa meridionale della Sicilia. Di recente il Ministero dell’Ambiente, in concorso con le Regioni costiere italiane, ha elaborato un Piano di Azione Nazionale per la Conservazione delle Tartarughe Marine, che rappresenta il documento di riferimento attraverso il quale i soggetti istituzionali e privati potranno coordinarsi in merito ai diversi aspetti gestionali per la salvaguardia e mitigazione dei fattori di minaccia. Della rete siciliana in fase di costituzione, faranno parte alcune associazioni ambientaliste, Università, C.N.R., Capitaneria di Porto, CITES, Aree Marine Protette e sarà coordinata dall’Osservatorio Faunistico Siciliano – Dipartimento Interventi Strutturali dell’Assessorato Agricoltura e Foreste.