PARTINICO. I GIOVANI COMUNISTI SULLA DIGA JATO

È necessario riprendere quella battaglia che Danilo Dolci intraprese coraggiosamente e che nonostante le opposizioni della mafia e delle forze conservatrici degli anni ‘60 permisero nella valle dello Jato la realizzazione dell’invaso Poma. Una diga per un territorio che vive tutt’oggi essenzialmente di agricoltura, combattendo spregiudicatamente una giusta lotta contro chi avrebbe voluto che la terra rimanesse arida per arricchirsi sulle spalle dei contadini.
Di fronte alle più ripugnanti speculazioni su ciò che dovrebbe essere un diritto inalienabile, l’acqua, da decenni, migliaia di persone hanno sempre lottato, manifestato, stretto i denti. Le lotte sono servite, ma evidentemente non sono bastate. Dietro le promesse di una gestione migliore di tale bene pubblico, ne hanno privatizzato il controllo, hanno affidato, a nostre spese, le strutture a gente che si arricchisce di milioni e milioni di euro, senza portare un benché minimo miglioramento.
Le campagne stanno ritornando aride, intanto la nostra acqua viene pompata senza alcuna razionalizzazione a Palermo, mentre più del 50% è da considerarsi persa in un percorso di tubature mai rinnovate, che versano in condizioni pessime, la maggior parte delle quali peraltro in amianto.
È palese, e lo diciamo senza giri di parole, che il problema è essenzialmente di tipo politico, una politica con la “p” minuscola che si presenta ormai come ripugnante asilo tra coloro che vogliono arricchirsi sulle nostre tasche e chi ignora l’agricoltura locale perché esigua fonte personale d’arricchimento.
A scrivere sono due giovani, che nutrono ancora la speranza di rianimare la sana politica e la giusta collaborazione tra le forze sociali per risolvere un problema assai grave. Prendiamo esempio da Danilo Dolci e torniamo a mobilitarci!
Vogliamo provare innanzitutto a creare un’ampia rete di collaborazione che abbia come obiettivo la costituzione di un comitato per la diga Jato, che dopo aver analizzato le complesse dinamiche al riguardo, possa darsi degli obiettivi realizzabili a breve e lunga scadenza. Insomma ritorniamo protagonisti, riprendiamoci ciò che è nostro ed è essenziale per la vita dell’intera comunità.
Lanciamo l’appello con la speranza che non rimanga un grido nel deserto.
Solamente alzando la voce potremo ottenere qualcosa di concreto. È di qualche giorno fa la notizia che più di 50 milioni di euro sono stati dati ai consorzi di bonifica da utilizzare per le reti idriche siciliane. E naturalmente tra i beneficiari non risulta la diga Jato. Evidentemente chi dovrebbe rappresentarci, non lo fa.
Ed intanto gli agricoltori non soltanto si trovano ad affrontare una crisi economica che sta investendo a pieno il settore agricolo, ma hanno già ricevuto la notizia dell’ennesima batosta nei loro confronti: l’uva della prossima vendemmia verrà retribuita con soli 9/10 centesimi al kg a fronte di almeno 7/8 centesimi tra spese durante l’anno e raccolta. Insomma, a questo punto conviene davvero far marcire i grappoli all’albero e lasciare a secco le cantine. E ciò senza che alcun politico e amministratore della Regione Siciliana si sia preoccupato di tutelare uno dei principali settori della nostra maledettamente bella isola.

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