“UNA UNIVERSITA’ AD ALCAMO”

«Il riconoscimento di “primo della classe” la città di Alcamo l’ha ottenuto sul campo letterario grazie ai grandi, da Cielo d’Alcamo a Sebastiano Bagolino, che hanno permesso che questo centro ridente del Tirreno potesse figurare, sui libri di scuola, non per le nefaste vicende di mafia» ha commentato Antonio Fundarò, da pochi mesi direttore editoriale de <Il Bonifato>, il più antico, ed ancora in pubblicazione, periodico locale alcamese.

«Indubbiamente – ha aggiunto Antonio Fundarò, promotore assieme ad altri professionisti del mondo della cultura, di questa petizione popolare – i politici non hanno cominciato ancora a riflettere sulla possibilità di una università diffusa. I risultati di questa politica sono deludenti ma Alcamo, con la sua millenaria storia deve, non può sottrarsi al compito, dare risposte di eccellenza. Le risorse finanziarie sono indispensabili, è vero, ma è altrettanto vero che occorre una consapevolezza culturale, ancora assente tra chi decide, ed una cordata di docenti e professionisti del sapere. L’università di Alcamo deve nascere e deve farlo con tutte le potenzialità che la rendono destinata a crescere in quanto, certamente, in grado, di dare risposte alle esigenze del mercato e degli utenti».

«Ben vengano i contenitori culturali, ma questi soli non servono a nulla. Sarebbe poca cosa una prestigiosa cornice attorno ad un dipinto che non vale nulla. È necessario una maggiore attenzione alla formazione culturale dei giovani. E che a questa segua quella dell’inserimento nel mondo produttivo dei giovani laureati» ha commentato il prof. Antonio Fundarò.

«Per queste ragioni e rispondendo alle tante richieste formulate da giovani alcamesi abbiamo lanciato questa petizione popolare, la cui raccolta, che partirà martedì prossimo, avverrà, in maniera capillare, su fogli che saranno messi a disposizione di tutti i più importanti esercizi commerciali. Il nostro obiettivo è dimostrare che Alcamo non dorme affatto e che i suoi cittadini hanno abbastanza considerazione della dimensione culturale della crescita umana» ha continuato Antonio Fundarò.

«Ci auspichiamo che il contenitore del Collegio dei Gesuiti, ben ristrutturato e testimonianza della sensibilità di alcuni amministratori, restituito, in pompa magna, alla fruizione dei cittadini, spenti i riflettori, e restituite le opere in prestito, non soccomba sotto il classico peso dell’indifferenza. In quelle stanze, oltre al museo della Musica di Fausto Cannone e alla Pinacoteca, i giovani alcamesi devono tornare a studiare» ha concluso Antonio Fundarò, annunciando anche forme pubbliche di manifestazioni a sostegno dell’iniziativa <Una Università ad Alcamo>.

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