MAFIA. SEQUESTRATI BENI PER 200 MILIONI DI EURO AD IMPRENDITORE
“La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha sequestrato
beni e disponibilita’ finanziarie dell’imprenditore Francesco Pecora, nato a
Palermo il 1° luglio 1939, per un valore complessivo di circa duecento
milioni di euro”. Ne da’ notizia un comunicato della Dia. “Il sequestro e’
stato disposto con provvedimento del Tribunale di Palermo – Sezione Misure
di Prevenzione (collegio dr. F.Licata, dr.ssa M. Sammartino e dr.ssa D.
Vascellaro), che ha fatto proprie le risultanze contenute nella proposta per
l’applicazione di misura di prevenzione, personale e patrimoniale, avanzata
dal Direttore della Dia Gen. D. Antonio Girone, a conclusione delle indagini
condotte dal Centro Operativo di Palermo, coordinate dal Dipartimento
Criminalita’ Economica della Procura di Palermo, diretto dal dr. Roberto
Scarpinato. L’imprenditore edile Pecora, gia’ negli anni 70, a seguito delle
dichiarazioni rese dal noto Leonardo Vitale, ucciso a Palermo nel dicembre
del 1984, veniva imputato di associazione per delinquere e favoreggiamento
personale, unitamente ai noti Pippo Calo’, Antonino Rotolo, Tommaso Spadaro,
Giuseppe Ficarra ed altri. Successivamente assolto perche’ il fatto non
sussisteva. Pecora risulta essere legato ad Antonino Rotolo anche da
rapporti familiari, tanto che la figlia Caterina si rivolge al Rotolo
chiamandolo padrino. Caterina Pecora e’ coniugata con Giovanni Motisi,
cl.’59, latitante, inserito nell’elenco del ministero dell’Interno tra i 30
piu’ pericolosi, figlio del noto Matteo, inteso ‘Matteazzo’, gia’ uomo
d’onore della famiglia mafiosa di Pagliarelli”. Nella nota della Dia si
rileva tra l’altro che come in “Cosa nostra” ” spesso i ‘legami’ giudiziari
si rinsaldano con ‘legami’ familiari e viceversa. A tal proposito, si
evidenzia che il predetto Salvatore Sbeglia, costruttore edile gia’
condannato per mafia (socio in affari di Raffaele Ganci boss della Noce), e’
suocero del su richiamato Giovanni Pecora, avendo questi sposato la figlia
Maria Rita”. Inoltre, si ricorda che Pecora “e’ stato indicato anche dai
collaboratori di giustizia Salvatore Cucuzza, Francesco La Marca, Francesco
Scrima, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci, come molto vicino, oltre
che ad Antonino Rotolo, anche ai noti fratelli Sansone, organici alla
famiglia mafiosa di Palermo Centro. Ad ulteriore conferma dell’appartenenza
del Pecora all’associazione mafiosa ‘cosa nostra’ e dei legami intrattenuti
con esponenti al vertice della ‘famiglia palermitana’, in data 22 novembre
2008, il Giudice per le Indagini Preliminari di Palermo Dr.ssa Pasqua
Seminara emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di
Antonino Rotolo + 7, tra i quali il Pecora, per associazione di tipo mafioso
e altro”.