CARINI. CONDANNATO IL PADRE DEL PENTITO GASPARE PULIZZI
Gli è costata una condanna a 5 anni e 5 mesi, al carinese Giobattista Pulizzi, padre del collaboratore di Giustizia Gaspare, la reazione violenta avuta contro gli agenti di polizia che erano andati a prendersi la nuora e i nipotini dopo avere accettato la protezione dello stato a seguito del pentimento del congiunto. L’uomo attualmente agli arresti domiciliari, è stato così condannato anche in appello, dalla terza sezione della corte presieduta da Giancarlo Trizzino che ha ridotto leggermente la pena di 6 e 4 mesi inflitta in primo grado dal giudice per le udienze preliminari Giangaspare Camerini col rito abbreviato. L’episodio risale al mese di gennaio dello scorso anno, pochi giorni dopo l’inizio della collaborazione con la giustizia di Gaspare Pulizzi, arrestato a Giardinello il 5 novembre del 2007 assieme ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, per consentire al pentito di essere più sereno ed evitare il rischio di vendette sulla moglie e sui figli piccoli. La squadra mobile aveva così organizzato il trasloco dei familiari da Villagrazia di Carini. In un primo momento Giobattista Pulizzi, titolare di una ditta di autotrasporti, si era limitato a mostrare rabbia, poi era andato a prendere il suo camion e aveva iniziato ad inseguire il corteo di auto della polizia che portava via nuora e nipotini, fino a quando accelerando, non aveva raggiunto e speronato, buttandola fuori strada, una delle auto civetta. Tre i poliziotti rimasti feriti nell’incidente provocato da Giobattista Pulizzi, di cui uno in maniera seria. A quel punto gli altri agenti erano intervenuti per arrestarlo. L’uomo, cui era intestata una carta d’identità del boss Salvatore Lo Piccolo, dopo avere aggredito i poliziotti, si mise in ginocchio sostenendo di avere sperato che lo uccidessero; una plateale dissociazione dal figlio di cui evidentemente si vergognava, anche per la paura e il timore di essere vittima di ritorsioni. Il legale dell’imputato, Gaspare Genova, ha già fatto ricorso in cassazione. La difesa ha sempre sostenuto la tesi delle lesioni, escludendo la volontà omicida, ma il reato il quale è stato condannato è tentato triplice omicidio. Giobattista Pulizzi ha chiesto scusa agli agenti, ha scritto al capo della polizia, Antonio Manganelli, e ha ribadito di non avere tentato il triplice delitto, ma per i giudici lanciare a velocità una motrice su un’auto civetta della polizia è un atto idoneo diretto in modo non equivoco ad uccidere.